Il bosco di Castel Thun

In stretta collaborazione con i responsabili del Museo Castello del Buonconsiglio e della Soprintendenza per i Beni architettonici, il Servizio Foreste e fauna ha condotto, nella primavera del 2010, un intervento selvicolturale nel bosco di pertinenza di Castel Thun . (Rif foto 1)

Castel Thun – foto 1

 

Tale formazione boscata, ascrivibile alla tipologia dell’Ostryo-querceto, costituisce un raro esempio (soprattutto per le dimensioni e l’età raggiunte dalle querce) degli antichi popolamenti forestali di bassa quota che occupavano, in origine, gran parte del territorio della Val di Non.

Oltre ad assecondare l’evoluzione naturale del popolamento forestale esaltandone le potenzialità compositive e strutturali si è posta particolare cura per valorizzarne gli aspetti culturali, storici e paesaggistici. (foto 2)

foto 2

In particolare, si sono considerati i seguenti indirizzi operativi:

1)

mantenere e valorizzare la diversità delle specie arboreee ed arbustive presenti nel nucleo boscato al fine di incrementare il valore cromatico generale del popolamento forestale; (foto 3)

 

foto 3

2)

selezione, preferibilmente per gruppi, delle piante al fine di creare un soprassuolo che permetta all’osservatore di penetrare con la vista il più possibile all’interno del bosco alla ricerca degli scorci del Castello, evitando però interruzioni troppo ampie della copertura che produrrebbero una massiccia diffusione di specie infestanti del sottobosco ;

3)

valorizzare gli esemplari arborei di maggiori dimensioni per creare un importante nesso logico tra la vetustà del Castello e l’antichità del soprassuolo. Anche gli esemplari particolarmente ramosi e contorti godranno di assoluto rispetto nonché eventuali tronchi di grosse dimensioni schiantati o marcescenti al suolo,  sempre al fine di enfatizzare e richiamare al visitatore il concetto del tempo che è trascorso e le vicissitudini umane e naturali che sono accadute. (foto 4)

foto 4

4)

evidenziare gli esemplari arborei appartenenti a specie vegetali che dimostrano specifici agganci con il passato del Castello e soprattutto con l’epoca mediovale (ad es. Taxus baccata utilizzato per la costruzione degli archi,..) al fine di impostare preventivamente le basi per eventuali sviluppi didattici del luogo; (foto 5)

5)

conservare gli esemplari di dimensioni monumentali di quercia esistenti che costituiscono ormai gli ultimi superstiti degli antichi boschi della Val di Non; (foto 6)

6)

mantenere e valorizzare gli esemplari arborei che accolgono cavità di picchi attualmente censiti che costituiscono un’ evidente testimonianza dello spiccato valore ecologico del popolamento forestale limitrofo al Castello; (foto 7)

7)

ripristino di originarie aperture prative attualmente invase da vegetazione arbustiva infestante caratterizzati da una composizione floristica termofila ascrivibile ai tipici prati aridi di montagna. (foto 8)

 

foto 8